23 abril, 2006

Errores celebrados

Bien. Pues si la Iconología de Ripa es un texto que merece un trato mucho mejor que el dispensado por las ediciones reseñadas ayer, ¿qué decir del mismísimo Alciato? Esta entrada de hoy solo quiere advertir del encadenamiento de errores que ha producido en España —y sigue produciendo en publicaciones recientes— la edición de Mario Soria (Madrid: Editora Nacional, 1975). Afortunadamente está agotada y ya no se distribuye, pero eso mismo quiere decir que se encuentra en muchísimas bibliotecas y aparece aún en algunos catálogos como primera opción para la consulta de la obra del milanés en España. El trabajo de Soria fue transcribir (con poco cuidado) los epigramas traducidos por Bernardino Daza Pinciano e insertarlos en un compuesto tipográfico propio, del que no se da explicación: bajo los grabados de una edición de Leiden de 1608, pero enmarcándolo todo en algunas de las cenefas del libro de Daza (publicado en Lion: Roville y Bonhomme, 1549). El desaguisado ocurrió de inmediato. Al no disponerse en aquella época de otra edición moderna de Alciato en España y estar los estudios de emblemática por entonces tan huérfanos, todos los interesados en el tema acudían a este libro para sus investigaciones tomando el ejemplar como un facsímil al que simplemente se había sustituido la imagen de los epigramas originales por su transcripción (nosotros también lo supusimos así al principio). Un ejemplo notable de este despiste, pero que en este caso no invalida la alta aportación científica del libro, se dio cuando Santiago Sebastián utilizó ese mismo juego de grabados como si fueran los de la traducción de Daza. Esta posterior edición de los Emblemas de Alciato de Sebastián (Madrid: Akal, 1985), que daba por bueno el compuesto de Soria, acabó de remachar el error y multiplicó su difusión.

En la colección Medio Maravedí, hemos publicado el facsímil de la traducción de Daza con una útil y aclaratoria introducción de Rafael Zafra que sin duda cortará la diseminación de esta mala lectura de un libro tan fundamental. Y estamos trabajando en el CD con la edición crítica del Emblematum liber.

22 abril, 2006

L'edizione peggiore dell’Iconologia

Avendo citato dall’Iconologia di Cesare Ripa nel post d’ieri, non posso non far menzione – ceterum censeo – della sua unica edizione moderna in Italia, come esempio spaventevole dell’edizione dilettante di un testo classico. Si tratta della „edizione pratica” a cura di Piero Buscaroli, pubblicata nel 1986 dall’editore Fògola, poi nel 1992 da TEA, e ristampata varie volte.

La triste esperienza quotidiana ci insegna che se una qualsivoglia moderna edizione italiana di un’opera classica non dichiara esplicitamente di essere una „edizione integrale”, allora dobbiamo prepararci alle più svariate manovre procustiane, dall’omissione di un bel numero di paragrafi fino all’eliminazione di interi capitoli, o alla loro sostituzione con riassunti sintetici difficilmente discernibili dal testo originale.

L’edizione di Buscaroli, invece di „integrale”, si definisce „pratica”, rivelando nella prefazione il significato di questa finora sconosciuta categoria filologica:

„Edizione pratica” ... significa che il testo è stato scorciato, ove occorresse, ma non riassunto, né modificato. La grafia è trascritta con tutte le incoerenze ... Solo evidenti refusi sono stati corretti.

E moltissimi altri evidenti refusi aggiunti, possiamo soggiungere noi, per esempio quando invece di „varie scientie che in una dotta Accademia si trattano” scrive „donna Accademia”, o quando trascrive il motto „DETRAHIT ATQUE POLIT” come „DETRANIT...”

Però il vizio più fondamentale di questa edizione non è tanto la trascrizione fatta con massima superficialità e con minima perizia filologica, quanto la stessa concezione procustiana, che con il coraggio del sonnambulo mutila e taglia e omette e contrae le entrate originali dell’Iconologia, senza indicare in qualsiasi maniera i punti d’intervenzione nel tessuto del testo originale. Anzi, la tipografia anticheggiante maschera in modo insinuante le traccie delle numerosissime omissioni e contrazioni. Sarebbe questo l’essenza dell’attributo „pratica”?

Tanto è vero che dal punto di vista editoriale questa strategia risultò molto pratica. L’edizione di Buscaroli è citata nelle varie bibliografie come „edizione di riferimento corrente” dell’Iconologia, e le sue copie – ormai nell’ennesima ristampa – torreggiano in ogni grande libreria dell’Italia. Questa versione, con le sue entrate tarpate e con i suoi refusi pullulanti, ormai sostituerà per almeno una generazione di giovani umanisti il testo originale e completo di Ripa.


La copertina della quinta edizione della versione „pratica” dell’Iconologia. La pagina dell’editore la divulga con queste parole:

„Il trattato (1593) che è all’origine della tradizione degli studi iconologici. Un prodigioso repertorio di allegorie. Con le incisioni originali tratte dai disegni del Cavalier d’Arpino.”

Tuttavia, il testo pubblicato (e mutilato) qui non è dell’edizione del 1593, ma di quella (molto differente) del 1618 (come esplicitamente dichiarato nella prefazione). Inoltre, le incisioni originali sicuramente non sono tratte dai disegni del Cavalier d’Arpino, perché anche le incisioni sono prestite dall’edizione del 1618, mentre i disegni del Cavalier d’Arpino erano i modelli (presuntivi) per le ben differenti illustrazioni dell’edizione del 1603. E il punto d’origine degli studi iconologici non era l’Iconologia, ma il Studies in Iconology (1939) di Erwin Panofsky, che dall’Iconologia non ha tratto che il titolo.

Tanto per l’esattezza filologica.

21 abril, 2006

Antidotum Tarantulae

Italia del Sud, animali e medicazione... questa costellazione del post precedente immediatamente richiama alla mente la tarantola, animale emblematico della regione d’Apulia, almeno secondo Cesare Ripa, che nella sua Iconologia la presenta con queste parole:

„Le tarantole ... [sono] animali notissimi, e vnichi in questa Prouincia, come anco per dimostrare (secondo che riferisce il Mattiolo sopra Dioscoride nel lib. 2.) la diuersità del lor veneno; perciòche mordendo esse alcuno ne succedono diuersi, & strani accidenti; alcuni cantano, alcuni ridono, alcuni piangono, chi grida, chi dorme, chi veglia, chi salta, chi trema, chi suda, & chi patisce altri diuersi accidenti, & fanno pazzie, come se fossero spiritati, & ciò da altro non procede, se non dalle diuerse nature sì di questi animali, come ancora di quelli che sono da essi morsicati, & anco secondo i giorni, & l’hore.

... Il veleno di questi animali (come narra il Mattiolo nel luogo sopradetto) vniuersalmente si mitiga, & si vince con la musica de suoni, & però si costuma di far sempre sonare dì, & notte fin che l’offeso sia sanato, imperòche il lungo suono, & il lungo ballare ... prouocando il sudore gagliardamente vince alfine la malignità del veleno, & ancorche detti instrumenti per ogni parte si costumano volontariamente per gusto, & delettatione non dimeno in questa Prouincia si adoprano non solo à questo fine ma per necessità, come si è detto. ”(Iconologia, Roma 1603, pp. 265-266; citato dal nostro CD „Studiolum 2000: Ripa e le sue fonti”)

Mentre Valentinus nella sua riccamente illustrata Natur- und Materialien-Kammer (1714) – i cui tre volumi si includeranno in un nostro futuro CD dei libri sulle Wunderkammer – non solo descrive la tarantola e la malattia causata da ella, ma da buon medico e da buon prussiano anche registra la esatta melodia con cui essa si cura (p. 514):


Nonostante ciò, Atanasio Kircher, l'altro grande compositore di gabinetti di curiosità virtuali e reali – il cui Musaeum Kircherianum a cura di Filippo Bonanni (Roma 1709) farà altrettanto parte del nostro CD delle Wunderkammer – propone una differente melodia curativa contro il veleno della tarantola: ascoltiamola dal CD „La Tarantella”, nell'interpretazione di Lucilla Galeazzi, Marco Beasley e Christina Pluhar.

20 abril, 2006

Ciencia y poesía barrocas

A causa sobre todo de los terremotos (el peor en enero de 1693), la superficie más visible de muchas ciudades sicilianas es de época tardo-barroca. Para ir adecuadamente pertrechados, al partir hacia la isla llevamos en el zurrón varios volúmenes de versos italianos del siglo XVII: algunos autores sicilanos, como Andrea Perrucci, Giuseppe Artale, Scipione Errico, Francesco Balducci...; y otros del sur de la Península, napolitanos, de Basilicata, Calabria, Puglia... Y en uno de esta última región, Giuseppe Battista (1610-1675), encontramos el soneto que traemos aquí por ser una buena prueba de cómo las obras científicas empapan las obras de arte. Está en Delle poesie meliche di Giuseppe Battista, Venecia, 1666:
L'UOM MISERO SOPRA OGNI ANIMALI

Se ferito è talor fiero mastino,
trova nella sua lingua umor vitale;
e la volpe allontana il dì mortale
con gocce salutifere di pino.

Con dittamo discaccia, a sé vicino,
la damma timidissima lo strale
che nel fianco le aprì piaga letale,
e delude l'asprissimo destino.

Languido è il cervo, e la salute ei merca
dal verde ulivo; e per dar fuga al fato
il sangue della capra il pardo cerca.

All'uom, d'ogni animal più sventurato,
natura, crudelissima noverca,
il rimedio de' mali ha sol celato.
El juego conceptista del poema parece descansar en los datos de Plinio, Naturalis historia, VIII, 41. Pero pronto podremos seguir el más exacto recorrido de este perro curándose con su propia saliva, la zorra con el pino, la cabra montés (aquí Plinio habla del ciervo) con el díctamo, el ciervo con el olivo, con sangre de cabra el oso... en la tradición de unas fuentes que tienen muchas variaciones y recombinaciones. Con el CD de Animalia de Studiolum determinaremos en pocos segundos qué lecturas informan estos versos y con qué otros significados simbólicos fueron usadas tales ideas. El texto barroco, como las ciudades sicilianas, es una acumulación de estratos.

18 abril, 2006

Siracusa

Hemos estado en Siracusa los días de Pascua. La ciudad es una superposición de estratos sin parangón en el mundo. A través de cientos de destrucciones, algunas metódicas, sistemáticas, dolorosas, la ciudad en lugar de diluirse ha conseguido una densidad extrema. Cada rincón, cada perspectiva, cada edificio, cada trazado de calle de la venerable Ortigia contiene fragmentos de una historia urbana que empezó hace 27 siglos y cuyo recorrido quita el aliento sin necesidad de dar ni un paso. De estos lugares uno se marcha con la necesidad de volver cuanto antes.
Ved al fondo la ciudad y el puerto desde la altura de las ruinas del Castello Eurialo.

16 abril, 2006

Pálmadár, that is Phoenix Resurrected Once More

Hey, today it is George Sajo to share with you some new and exotic additions to his “Phoenix on the Top of the Palm Tree. Multiple Interpretations of Job 29:18”, published in our Silva.

Sunday, April 16th, Easter day. In the Early Church, this was the night when cathecumens after long time preparations got baptized and thus became full members of the Church. This tradition is still practised in many Christian congregations, just like in that little Lutheran church where I was invited by the family of my wife to celebrate the baptism of a newborn family member. It was impressing to find this little Danish countryside church totally filled with people waiting for the celebration of the Resurrection, and to see that there were not less than three newborn children that were to receive the baptism on this very day.

Being a Catholic, it is always a special experience for me to attend the Lutheran service which I mostly do in connection with celebrating landmark events in my wife's Lutheran family. My senses are sharpened while experiencing the different liturgy, different sermons, different hymns. While the Catholic and the Lutheran church in Denmark share many of their church hymns, I always learn some new ones under these Protestant services. Just like today, when we sung a for me unknown Easter hymn, “Tag det sorte kors fra graven” (Take the black cross from the grave). It was written by one of the most famous Danish theologs and hymn writers, Nikolaj Frederik Severin Grundtvig (1783-1872).

And here comes the point, which made me write this short addition to Silva. While singing the first verse, I was astonished to stumble upon an old acquaintance, but in a completely new attire which I have never seen before. The second last line of the verse says in the form of a single acclamation:

“Palmefugl for askekrukke!”

...meaning: “Palm bird for ashes' urn!” And for setting any doubts to rest, the hymn book explains in a footnote that “palm bird” is identical with the phoenix bird that resurrects from his own ashes.

Well, this is one of the most concise and creative solutions of the old “palm tree or phoenix bird” problem which I have encountered to this date.

13 abril, 2006

Trinacria

We fly to Sicily today. Here you are a map to find your way in the island. From the most authentic source, Goltzius’ Sicilia et Magna Graecia, sive historia urbium et populorum Graeciae ex antiquis numismatibus restitutae, Bruges 1576, to be published in the CD of Goltzius’ Opera Omnia.

10 abril, 2006

Letra a letra

Hemos transcrito los primeros 25 legajos manuscritos del Epistolario de Pedro de Santacilia y Pax, impresionante documento histórico sobre multitud de aspectos de la vida en Mallorca, España y Europa a mitad del siglo XVII. Hoy hemos alcanzado exactamente la cifra de 4.980 cartas transcritas. Nos quedan aproximadamente unas 2.800. Pronto podremos publicar la primera parte.

09 abril, 2006

Domingo de Ramos

El refrán dice que el Domingo de Ramos hay que estrenar algo, así que ahí va otra galería de imágenes. Son los 16 grabados emblemáticos de las Representaciones de la Verdad Vestida de Juan de Rojas, tomados de su segunda edición (1679). El libro de Juan de Rojas, con su peregrinaje alegórico y su continuo cruce de palabras e imágenes es uno de los ejemplos más espectaculares de hipertexto previo a la informática. El libro entero y sus grabados podrán recorrerse muy pronto en nuestro CD de Emblemas Españoles.

08 abril, 2006

Happy Elections

Tomorrow there will be elections in Hungary. Until now I was sure who to vote for: the Hungarian Party of the Two-Tailed Dog. Their promises are simple and unbeatable: eternal life, free beer, and tax abatements.


Read my lips. "So sweet - he certainly will not want to steal!" "Leaning back. Looking deep in my eyes. Voting for us." "The Two-tailed Dog for President." "Eternal life. Free beer. Tax abatements."

But now I'm quite perplexed. Just a week before the elections a new party appeared on the scene. The Party of the One-Tailed Dog – with the slogan "One Dog. One Tail. One Leader" –, while asserting that the Two-Tailed Dog was an agent of the Communist regime before 1989, promises to give you not only free beer, but its price as well, plus a full hit on every lottery ticket, independently of the actual winning numbers. I don't want to chuck away any of these awesome opportunities, so again I don't know how to vote.

Tomorrow there will be elections in Italy as well. Analysts say its outcome will mainly depend on weather. If it will be good, then everyone will go to the sea, and only the most committed leftists will stay and go to vote. In case of rain, however, you can expect more people to remain in the electorate and vote for the Cavaliere. Amici, auguriamo sia a voi che a noi il tempo ed il governo che desideriamo, e non quello che meritiamo.

05 abril, 2006

RSA: una recapitulación

Llevamos varios días posponiendo el resumen de nuestra asistencia a The Fifty-Second Annual Meeting of the Renaissance Society of America que tuvo lugar en San Francisco los días 23 a 25 del pasado mes de marzo. No es por pereza, sino más bien por cierta incapacidad que no nos avergüenza confesar.

Y es que los datos son abrumadores: un programa con más de 900 personas exponiendo alguna investigación; un promedio de 25 sesiones simultáneas en jornadas que empezaban a las 8:45 y acababan sobre las 18:00; una ardua selección de lo más interesante a través de un abstract book de 355 páginas cuajadas en tipografía mínima con un sinfín de títulos apetitosos. Y luego los encuentros por los pasillos y las conversaciones, el ajetreo de la mayor concentración imaginable de humanistas por centímetro cuadrado, expositores y mesas con las novedades de las editoriales que más nos gustan, actos complementarios, conversaciones al azar... y tras las ventanas una ciudad impresionante por explorar.

Nuestra sesión contó con un público ilustre. Algunos nombres: Liana Cheney, David Graham, Stephen Rawles, Emilie Bergmann, Peter Boot, David Boruchoff, Diane E. Sieber, Anne J. Cruz... Ante ellos expusimos los secretos y maravillas del CD de Emblemas Españoles, del DVD con la edición del Tesoro de la lengua de Sebastián de Covarrubias (hecha en colaboración con I. Arellano y R. Zafra, del GRISO), y del Salterio de la Biblioteca de Kalocsa.

En el debate posterior intervino sobre todo nuestro viejo amigo Stephen Rawles haciendo preguntas muy pertinentes. Reseñamos dos: si no pensábamos ofrecer los facsímiles completos de los libros que editamos, y si permitiríamos la copia del texto para uso libre. Desde luego, son dos aspectos sobre los que hemos pensado a menudo. Los facsímiles fotográficos empiezan a abundar en Internet y nos cabe poca duda de que dentro de poco muchas bibliotecas tendrán gran cantidad de fondos así digitalizados. Nosotros creemos que el valor del trabajo que hacemos está en el texto plenamente transcrito, enlazado y anotado y en ello centramos nuestro esfuerzo. Obviamente, reproducimos los grabados y portadas de todos los libros, pero también analizados, descritos y enlazados. Sin embargo, hay obras que exigen una reproducción facsímil de máxima calidad: es el caso del Salterio de Kalocsa. Y hay otros trabajos, más centrados alrededor de una sola obra, a los que una reproducción facsímil da un valor añadido: así lo hemos hecho también en el DVD del Tesoro, donde se encuentran el facsímil de la editio princeps (1611) y el del Suplemento manuscrito.

La otra pregunta fue ampliada con agudas observaciones acerca del uso pedagógico de la copia por Diane Sieber –y, de hecho, percibimos un cierto asentimiento general en la sala–. Responderla no es tarea fácil. Por una parte deseamos proteger del puro robo el trabajo que hemos realizado. Por otro lado, admitimos que hay tareas honestas que pueden facilitarse copiando automáticamente fragmentos de texto. Una solución intermedia es la posibilidad, que ya ofrecemos, de trabajar con un archivo propio en el ordenador –un shadow file– donde cada uno puede anotar y editar el texto a su conveniencia pero sin traspasarlo a otro programa. Bien... En todo caso, prometimos solemnemente a Stephen Rawles y a toda la concurrencia seguir sopesando pros y contras para tomar una justa decisión final.

Sería ingenuo intentar aquí el compendio de las sesiones a las que asistimos. Solo podemos reseñar el elevado interés mostrado en todo el congreso hacia los emblemas y temas afines. Aparte de nuestra sesión hubo estas otras con títulos explícitos: «Images, Emblems, and Allegory», «New Technologies and Renaissance Studies VI: Beyond Technical Access: The Digitized Emblem and the Wider World», «Early Modern Emblems: Parallels and Progressions», «Images of the Body Politic I: Iconography of Power; Visual Arts, Coins and Medals, Emblems»; pero hubo muchísimas más donde el emblema o alguno de los asuntos que nos interesan en Studiolum fueron los ejes.

Esperamos haber vuelto a casa un poco más sabios –sin duda, con mucha más información en la mollera y con nuevas energías y ganas de llevar adelante nuestro trabajo–. Y agradecemos a la RSA, pero muy en especial a la responsable de nuestra sesión, Liana Cheney, su excelente labor y el que ya nos invitara a asistir al próximo congreso de la RSA que tendrá lugar el año que viene en Miami.

04 abril, 2006

RSA: A Recapitulation

We have delayed for several days the summary of our participation in The Fifty-Second Annual Meeting of the Renaissance Society of America that took place in San Francisco from March 23rd- 25th. It is not a question of laziness, but rather a certain inability that we are not ashamed to confess.

The fact is that the data is overwhelming: a program with more than 900 scholars presenting their research; an average of 25 simultaneous sessions at any given time on days that began at 8:45 and ended around 18:00; an arduous task of trying to choose what was most interesting from an abstract book 355 pages in length, tightly compacted in a tiny font with an endless number of appealing titles. And then the chance encounters and conversations in the hallways, the bustling of the greatest imaginable concentration per square inch of humanists, exhibitors and tables full of the latest editorial novelties that we love so much, complementary activities, random conversations... and through the windows, glimpses of an impressive city that invited further exploration.

Our session featured a very distinguished audience. Some names: Liana Cheney, David Graham, Stephen Rawles, Emilie Bergmann, Peter Boot, David Boruchoff, Diane E. Sieber, Anne J. Cruz... We revealed to them the secrets and marvels of the CD of Spanish Emblems, of the DVD with the edition of the Tesoro de la lengua castellana by Sebastián de Covarrubias (prepared with the collaboration of I. Arellano and R. Zafra, from GRISO), and of the Psalterium from the Kalocsa Library.

In the ensuing period of discussion our longtime friend Stephen Rawles intervened at length, with some very pertinent questions. We will share here only two of them: whether we intended to offer the complete facsimiles of the books that we publish, and whether we would allow the copying of our texts for free use. Of course, these are two matters that we have pondered frequently. Photographic facsimiles are beginning to be abundant on the Internet and we have little doubt that within a short amount of time many libraries will be offering a huge number of digitized resources in this way. We believe that the value of the work that we are doing lies precisely in the presentation of a text that is fully transcribed, linked and annotated and that is where we have concentrated our efforts. Obviously, we reproduce the illustrations and title pages of all the books, but they too are analyzed, described and linked. At the same time, we recognize that there are some works which demand a facsimile reproduction of the highest quality: such is the case of the Kalocsa Psalterium. And there are other projects, centered around a single work, which benefit greatly from a facsimile reproduction: thus, for the DVD of the Tesoro, we have indeed included the facsimile of the editio princeps (1611) as well as the manuscript of the Suplemento.

The other question was debated with astute observations on the valid pedagogical use of copies by Diane Sieber – and, in fact, we sensed a certain general agreement in the room. Responding to her is not an easy task. On the one hand we would prefer to protect the work we have undertaken from being pilfered. On the other hand, we admit that there are legitimate uses that would be greatly facilitated if automatic copying of textual fragments is enabled. A compromise solution is the possibility, that we already allow, of working with a computerized file – a shadow file – where a given user can annotate and edit the text as desired, but without the ability to export it to another program. Well... In any event, we give our solemn promise to Stephen Rawles and to all of our audience to continue weighing the pros and cons in order to ultimately arrive at a fair final decision.

It would be disingenuous to pretend that we could possibly summarize here all of the sessions that we attended. We can only give brief notice of the heightened interest evident in emblematics and related themes throughout the conference. In addition to our session, others of interest to our audience included: «Images, Emblems, and Allegory», «New Technologies and Renaissance Studies VI: Beyond Technical Access: The Digitized Emblem and the Wider World», «Early Modern Emblems: Parallels and Progressions», «Images of the Body Politic I: Iconography of Power; Visual Arts, Coins and Medals, Emblems»; but there were many other sessions in which emblems or other topics of special interest to Studiolum held center stage.

There is no doubt that we have returned home somewhat wiser – or, at least with much more information in our heads – and with renewed energy and desires to carry forth with our work. We are very thankful to the RSA, and most especially to the organizer of our session, Liana Cheney, for her excellent work and for her kind invitation to participate in the next RSA Conference that will take place next year in Miami.

03 abril, 2006

Imágenes para la espera

Cada día que pasa, el ansiado CD de Emblemas Españoles está más cerca de acabarse. Falta verdaderamente poco, pero queremos cuidar todos los detalles. Hoy, a la vez que os pedimos todavía unos días más de espera, colocamos esta galería de imágenes con los grabados de la Práctica de los Ejercicios Espirituales del jesuita Sebastián Izquierdo (Roma: Varese, 1675). Por supuesto, todas estas imágenes estarán descritas y analizadas en el mencionado CD. Gracias a todos por ejercitar la gran virtud de la paciencia.